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Cenacolo filosofico: quando il virus ci mette alla prova

Sabato 12 settembre, alle 18.30, il Teatro Miela si trasformerà per un paio d’ore in un cenacolo filosofico con conclusione “boccaccesca”. Questa serata di Decameron Miela darà la possibilità di ascoltare due filosofi come Pier Aldo Rovatti e Giovanni Leghissa discutere tra loro e interagire con le domande del pubblico in sala. A partire dagli innumerevoli spunti offerti dal testo di Rovatti “In virus veritas” (la raccolta di articoli scritti per “Il Piccolo” e poi pubblicati in ebook da “Il Saggiatore” e scaricabile a l link https://www.ilsaggiatore.com/libro/in-virus-veritas/), si parlerà di come la convivenza con il virus possa cambiare - o forse abbia già cambiato - il rapporto con la realtà che ci circonda ma soprattutto con noi stessi.

Pier Aldo Rovatti (considerato uno dei maggiori filosofi italiani, direttore di Aut Aut e della Scuola di Filosofia di Trieste) interagirà col pubblico e con il suo ex allievo triestino Giovanni Leghissa, professore associatodi Filosofia e Teoria dei linguaggi presso l'Università di Torino che ha insegnato filosofia all’Università di Vienna, di Trieste e alla Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe, oltre ad essere direttore della rivista di filosofia contemporanea on line “Philosophy Kitchen” (https://philosophykitchen.com/).

Sarà invece a cura di Laura Bussani e di Ivan Zerbinati la conclusione “boccaccesca”, ovvero la lettura della “Novella di Frate Puccio” tratta dal Decameron di Giovanni Boccaccio. Un vero “stage di santità”, come la intitola Aldo Busi nella sua versione, con molte delle tematiche del Decameron riassunte nella esilarante vicenda di una impietosa beffa amorosa escogitata ai danni di un marito tonto e bigotto dalla moglie insoddisfatta e da un giovane, gagliardo e astuto frate. La beatitudine eterna e la beatitudine terrena a confronto. Non è difficile immaginare quale tipo di beatitudine avrà la meglio.