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Alpi Giulie Cinema 2009

speleologia

ore 18.00:
RAGGE JAVRE RAIGE
(Italia) – 37’10”
Giugno 2007, cinque ragazzi del Gruppo Grotte Brescia partono per visitare una grotta mitica, Ragge Javre Raige, a Nord della Norvegia. Aerei, macchina a noleggio, barca di pescatori… dopo un lungo percorso ritagliato lungo i fiordi arrivano all’ingresso di questa grotta che in realtà è una traversata: si apre a 600 metri di quota, si snoda in una lingua di calcare incastonata tra i graniti e sbuca con due ingressi bassi, uno a 3 metri s.l.m. e l’altro circa 100 metri più in alto.
SPELEOLOGY: A JORNEY TO THE CENTER OF EARTH
(Russia) – 50’40”
I “cavers” sono gli ultimi pionieri sulla faccia della Terra. Un gruppo di reporter professionisti segue le orme degli esploratori spelologi da “distanza ravvicinata”. Tutto si svolge nell’estate 2003 in Abkhazia (Caucaso) durante una spedizione internazionale nella grotta di Krubera Voronja, la cavità che diventerà l’abisso più profondo conosciuto al mondo.

ore 20.30:
VELEBITA 2007
(Croazia) – 28’28”
A pochi chilometri dai nostri confini nord-orientali inizia un mondo geografico semi-sconosciuto. Si incunea nei Balcani tra le isole della Dalmazia e l’interno più selvaggio croato, la catena montuosa dei Velibit, che cela un nuovo “eldorado” per la speleologia esplorativa. Un’agguerrita spedizione scopre un nuovo abisso che nasconde una sorpresa, uno dei pozzi verticali più profondi al mondo.
LA LUNGA NOTTE
(Italia) – 36’30”;
ospite in sala: Andrea Gobetti
Nell’agosto del 2007 la maggior parte degli speleologi attivi italiani trascorrono ore tranquille impegnati nelle loro attività di routine. Non sanno che da li a poco, in quanto volontari del soccorso speleologico verranno reclutati d’urgenza per un intervento veramente estremo, uno dei più difficili degli ultimi anni. “Igor”, uno speleologo croato, si è ferito gravemente in Piaggia Bella, grotta fredda e impegnativa situata sugli altipiani della catena del Marguareis, nelle Alpi Marittime. La situazione si presenta subito delicata per non compromettere il ferito e stabilizzarlo al meglio. Bisogna recuperarlo in barella da cinquecento metri di profondità e per diversi chilometri di galleria e meandri sospesi strettissimi.