
Concerto di Alessandra Celletti
Melodie semplici e, al tempo stesso, straordinariamente profonde sono il comune denominatore tra la musica di Gurdjieff e quella di Satie, così come l’attrazione verso il mistero, l’esoterismo. Entrambi classe 1866, il primo in Armenia il secondo in Normandia, reputano la musica come indispensabile strumento di conoscenza, puntando all’essenza del suono. Per Gurdjieff viaggiare significò entrare direttamente in contatto con quella parte del mondo che sentiva la più fertile a un punto di vista spirituale: l’Oriente. Anche Satie subì il fascino dell’Oriente, ma lo trovò direttamente a Parigi, senza postarsi dal suo piccolo appartamento di due stanze da lui soprannominato ’Armadio”. È così che le loro sonorità nascono, da un’attitudine alla “ricerca” alla meditazione, per arrivare all’ascoltatore cui è richiesta una stessa partecipazione attiva” e interesse ad addentrarsi ei suoni e nelle vibrazioni armoniche.