I fatti del Narodni dom e la storia che abbiamo alle spalle Il 13 luglio del 1920, a Trieste, dopo un comizio in piazza Unità d’Italia fascisti e nazionalisti attaccano una ventina di attività pubbliche gestite dalla comunità slava, il consolato jugoslavo e, soprattutto, il Narodni dom, cuore culturale di quella comunità. Che significato ricopre quell’avvenimento nella costituzione del futuro potere fascista? Come si forma, attraverso quali processi e con quali strumenti, una cultura nazionalista? L’atto dell’incendio del Narodni dom non è stato un atto solitario e non si risolve dentro la storia di Fiume o del dannunzianesimo.
Ciò che avviene e si prefigura in quella piazza è un primo cenno e un segmento rilevante di quella che sarà la politica che attraverserà l’Italia del ventennio. Ma anche, si potrebbe dire, la messa a terra di una idea di Italia che va oltre gli anni del regime per propagare i suoi effetti fino al nostro presente.
La definizione di un’identità che è esasperata dalla guerra e dall’ideologia della guerra cui il nazionalismo dà un grande supporto in termini di costruzione di comunità, la data del 13 luglio 1920 è stata un tassello essenziale per la costruzione dell’identità di noi italiani nel XX secolo e indica l’essere stati fascisti e l’insistenza a non voler fare i conti con quella identità.
Saluti istituzionali di Carlo Feltrinelli, Presidente
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
e Roberto di Lenarda, Rettore dell’Università degli studi di Trieste
In occasione dell’incontro sarà presentato il libro Siamo Stati Fascisti. Il laboratorio dell’antidemocrazia Italia 1900-1922 di Giulia Albanese, David Bidussa e Jacopo Perazzoli