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Kermesse espositiva
L'OCCHIO VUOLE LA SUA P/ARTE

Kermesse espositiva <br>
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Tutti possono partecipare purché “amici di Satie”
work in progress con la partecipazione di cento artisti

Vorresti produrre un' opera creativa? Magari un quadro o un video? Hai voglia di incontrarti e parlare di arte con amici che desiderano come te di mostrare le loro opere gustando un buon bicchiere di vino o un dolcetto  tutti insieme?
Allora intervieni a questa bella festa ricca di musica  e colori: un’installazione in forma di happening… di artisti, poeti, videomakers, grafici, fotografi, architetti, creativi o semplicemente fan di Satie, che desiderano fare omaggio al suo “spirito” dedicandogli un loro lavoro sul tema. Un auto allestimento che si ripete ogni anno e a cui partecipano artisti, nazionali ed internazionali.

N.B.: In questa giornata a partire dalle 09.00 fino all’arrivo del pubblico (ore 20.00) gli artisti arriveranno al Miela con le loro opere e sceglieranno dove esporle (chi prima arriva meglio alloggia): a loro disposizione ci saranno martelli, chiodi, scala, spago e tutte le pareti e gli spazi del teatro.

La mostra sarà visitabile in concomitanza con l’orario di svolgimento degli spettacoli.

Il tutto accompagnato dalla musica di:
Y. Kaplan Vintage Dj Set
DJ sets di vinili monofonici e gommalacche a 78 giri, simpaticamente aggirati da una coppia di giradischi automatici a valigetta, vintage, miscelati per un ascolto ormai dimenticato e superato, pre stereofonico ma non per questo preistorico, nella totale Bassa Fedeltà del Monoaural supportato dai famigerati Stereo 606 fonovaligia.
In questa avventura Yeronimus Kaplan si prodigherà in selezioni Swing, Ragtime, Blues, Hot Jazz, svarioni autarchici, Zazous und ‘swing tanzen verboten’, Hong Kong mood…e incursioni in esotismi ‘50!
…dagli albori dei supporti fonografici alla semplice Bassa Fedeltà della tecnologia analogica.

Inoltre nella Sala Video le magiche video installazioni interattive (software, musiche e fotografie dell’autore) di Paolo Scoppola, Boll, io e loro (un gradito ritorno dopo le performance degli scorsi anni): io sono dentro e Loro sono fuori. Ho davanti un velo e lo posso attraversare. Voglio vedermi.
Boll è una riflessione sul rapporto tra mondo interiore ed esteriore. All'interno c'è “Io”, il singolo, l'anima. Fuori ci sono “Loro”, la moltitudine delle cose, delle persone e le idee. L'artista immagina questi mondi, separati da una membrana invisibile e pone la sua attenzione sul gesto di attraversarla, cioè, sull'azione di passare da un mondo all'altro. L’opera quindi non vive solamente nelle immagini sullo schermo e nel codice che l’autore ha scritto per realizzarle, ma nell’esperienza stessa degli spettatori. Boll è tutto ciò che accade nello spazio e nel tempo in cui il pubblico interagisce con le immagini e i suoni.
L'installazione è concepita attraverso una serie di scenari riprodotti su uno o più grandi schermi ai quali il pubblico si avvicina per vivere diverse esperienze sensoriali. Per ogni scenario, appare un breve testo introduttivo che stimola il pubblico ad interagire con le immagini ed i suoni. Gli scenari possono essere quindi riprodotti ognuno su uno schermo distinto, per un totale di 6-7 schermi. Oppure posso essere riprodotti tutti su un singolo schermo ad intervalli di tempo.

Per Giampaolo Amstici.