
PAESAGGI SONORI E PAESAGGI VISIVI
Pokrajine in Zvočne Pokrajine
Landschaft und Klanglandschaft
Attraverso l’interazione tra suono, immagini e gestualità corporea, i performer propongono una serata di riflessioni artistiche su temi disparati che vanno dal mondo visivo e sonoro dell'Isonzo, a quello surreale de “L'anno scorso a Marienbad” di Alain Resnais, al suono degli oggetti e degli elementi di un quotidiano domestico.
Alberto Caruso, Fabrizio Fiore
NO-SET
(18’)
Performance audio/video su immagini tratte da “L'anno scorso a Marienbad”, di Alain Resnais.
No-set de-costruisce l'immagine del suono.
La decostruzione stessa prende forma dalla “differenza”.
Non solo “differire” come ripetizione del medesimo e rinvio nel tempo, indefinitamente, ma mostrandone ciò che viene rimosso, l'assente, l'inudibile, l'invisibile traccia.
No-set è già smontare le illusioni della presenza.
Attraverso processi semi-automatici de-costruttivi di un inconsueto dj-set emergeranno le immagini dimenticate del suono.
Carlo Marzaroli, Francesco Garbo, Federico Mullner,Marco Godeas, Francesco Gavosto
GESTURAL NET
(12’)
Performance per light-min, sale, flauto di luce, webcam e real-time audio sequencer
Anche questo nuovo lavoro del gruppo Sinaptica è costruito sull’elaborazione a più mani degli eventi sonori mediante interfacce gestuali progettate e costruite all’interno del gruppo, dotate di sensori di luce, acustici e visivi. Gli eventi sonori riorganizzati dai performer in modo collaborativo vanno dalla sonificazione di elementi semplici quali il sale, presente sulla scena, a suoni sintetici o concreti continuamente rielaborati e trasformati. L’azione di sequencing applicata ai droni sonori così creati diventa l’elemento strutturante della performance.
Giacomo Bisaro
ECPHONOSYS
(9’)
Dal greco “ekpyrosis”: secondo la filosofia stoica, la conflagrazione che consiste nella distruzione/rinascita dell'universo attraverso il fuoco (pyros); e “phonos”: suono.
In questo brano viene esplorato il microcosmo sonoro offerto da un umile oggetto come un barattolo di caffè al quale vi è stato apposto un elastico per poter pizzicare qualche nota e produrre timbri particolari.
Il barattolo così, tramite il suono, acquisisce nuova vita, ma sarà l'atto di suonarlo, cercando di ottenere suoni sempre più complessi, che lo porterà alla sua distruzione.
Il brano verrà accompagnato da un video che ricalca i concetti di ciclicità, di caos nell'ordine ed ordine nel caos, e verrà eseguito mediante l'utilizzo di un interfaccia multi touch appositamente costruita.
Alessandro Fogar, Francesca Bergamasco
HYLE
(10’)
Hyle (la materia intesa in senso aristotelico come pura potenza) è innestato teoricamente su quelle concezioni dell’ascolto che concordano sulla necessità di abbandonare il mito romantico del musicista-demiurgo, per un’estetica non più soggettivistica e non narrativa, consequenziale.
Hyle: materia come potenzialità, apertura, dell’ascolto e dell’esperienza. Movimenti dei performers attivano lontane sonorità aurorali, rumori degli elementi: la voce della natura al di là del pensiero, utopia di poterne catturare la pienezza primordiale, una sorta di aurora consurgens tradotta in evento sonoro.
Hyle è rappresentato sotto forma di performance, con due esecutori: il primo controlla ed influenza, tramite una tavoletta grafica ed un iPhone, processi compositivi interattivi ed autoreferenziali, il secondo, interagendo con il sistema Shuukaze (basato su una serie di sensori posti su fuscelli di legno innestati su una base che permette a loro di oscillare) innesca altri oggetti sonori ed interagisce con gli altri performers, ed inoltre improvvisa brevi cellule vocali che vengono interpretate dal sistema.
Per rendere visivamente il materiale di questi suoni ed emozioni abbiamo deciso di utilizzare immagini del panorama della nostra regione focalizzandoci sull’Isonzo, il fiume che scorre in parte nella regione goriziana della Slovenia e poi nel Friuli Venezia Giulia. Acqua, rocce, alberi, fiori ma anche il fuoco di una cerimonia pagana.
La materia come hyle rimanda sia all’atto, all’enérgheia che la determina e la realizza, sia agli elementi, agli stoichéia (aria, acqua, terra, fuoco), che si combinano e si manifestano naturalmente a partire dal loro incontrarsi, in una fusione creatrice di vita, di senso, di mondo, nel movimento eterno del divenire, della generazione e della decomposizione.
In collaborazione con la Scuola di Musica e Nuove Tecnologie (MNT) del Conservatorio “G. Tartini” di Trieste.