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Mi&LAB
microfestival su scienza, musica, arte, filosofia e tecnologia

Ore 20.30:
PRENDERÀ IL PRIMO VOLO… L’INVEROSIMILE RITRATTO DI LEONARDO
microspettacolo di e con Virginio Gazzolo , dur. 30'
Nota ogni cosa“, scriveva Leonardo in uno dei suoi tantissimi fogli nel 1473. E difatti in quei fogli leggiamo di tutto: il moto degli astri e, di seguito, la lista della spesa. “Questo è un raccolto di molte carte, sanza ordine, sperando poi di metterle alli lochi loro secondo le materie“: il disordine come metodo e l'ordine come utopia.
Prima della nascita della scienza moderna, Leonardo mise in atto, nella sua pratica di ricercatore, il rifiuto delle certezze a priori e del principio d'autorità: “Le mie cose son più da esser tratte dalla sperienzia, che d'altrui parola“. Ma la rivoluzione di Galileo era da venire, i suoi riferimenti teorici erano incerti, con quasi nulla e nessuno poteva confrontare le sue intuizioni.
Isolato anche per vocazione: “E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo“.
E così, registrando con cura nelle sue carte ogni osservazione, scoperta, pensiero e caso della sua vita, Leonardo parla con se stesso; e si racconta anche favole, sogni, “facezie“.
Per lui, ricercatore solitario, è tutto da inventare, metodo e strumenti: come gli occhiali “da vedere la luna grande“, o il bisturi per dissezionare i cadaveri (egli fu tra i primi a osare, nottetempo e rischiando il rogo, la “notomia“).
E da inventare sono anche le parole con cui costruire una lingua per raccontare ciò che di nuovissimo va scoprendo sul corpo umano, e sul moto dei venti, sul volo degli uccelli, sulla luna…
Così poveri sono però i suoi strumenti e così incerto ancora il metodo sperimentale, che il mondo ch'egli ci racconta si colora talvolta di fantasia, di favola, di mito: è un mondo vero e inventato insieme, certo e inverosimile (ma non è lo stesso anche per il ricercatore d'oggi?)
Accade anche che, progettando macchine volanti, la sua “sperienzia” all'improvviso metta le ali dell'endecasillabo:
Piglierà il primo volo il grande uccello
empiendo l'universo di stupore….

a seguire
TEMPO E VIRTUALITÀ NELL'EPOCA DEL SIMBIONTE
incontro con Giuseppe O. Longo e Roberto Siagri, moderatore Sylvie Coyaud
Il tempo tra la reversibilità della fisica classica e l'irreversibilità della vita. Il tempo compresso della virtualità e della simulazione. L'appiattimento del tempo sul presente tecnologico. L'effetto delle tecnologie dell'informazione sul tempo. Il tempo risorsa irrecuperabile. Il simbionte uomo-macchina e la percezione del tempo. Il surriscaldamento comunicativo e il furto del tempo. (G. O. Longo)

Ore 22.00:
BASTA CHE FUNZIONI
(What ever works)
USA/Francia, 2009, v.o. sott.it, dur. 92'
regia Woody Allen
con Larry David, Evan Rachel Wood, Patricia Clarkson
Un irascibile misantropo ex professore della Columbia University incontra una giovane, timida e suggestionabile ragazza del sud fuggita da casa. È il primo di una serie di incontri bizzarri eppure a modo loro efficaci: basta saper riconoscere tutto ciò che potrebbe funzionare.