Ore 20.30:
L’INVEROSIMILE RITRATTO DI GALILEO GALILEI ABBOZZATO SBIRCIANDO TRA LE SUE CARTE, APPUNTI E DIARI, CON L’OCCHIO DI BERT BRECHT
microspettacolo di e con Virginio Gazzolo , dur. 30'
È il 1945: Bertolt Brecht, esule già da molti anni dalla Germania nazista, sta lavorando a Los Angeles alla traduzione in inglese del suo dramma “Vita di Galileo“. Per Brecht, l'abiura dello scienziato italiano (il suo ripudio di fronte alla autorità ecclesiastica della teoria eliocentrica, e con essa di tutta la nuova scienza fondata sul metodo sperimentale), fu una astuta capitolazione, che gli consentì di continuare le sue ricerche e di trasmettere i risultati ai posteri; è l'applicazione – in un altro contesto storico, di tre secoli precedente – di quanto egli, Brecht, aveva scritto nel 1934 in un opuscolo destinato alla diffusione clandestina nella Germania hitleriana:
“Chi ai nostri giorni vuole combattere la menzogna deve avere, non solo il coraggio di scrivere la verità, ma la scaltrezza di propagarla fra coloro nelle cui mani essa può diventare efficace come un'arma“.
Il 6 agosto di quel 1945 la bomba atomica cade su Hiroshima: è il primo prodotto della nuova scienza del nostro tempo, la fisica nucleare. “Quando i primi servizi giornalistici e le foto arrivarono a Los Angeles, d'un tratto ai miei occhi la figura del fondatore della scienza moderna fu investita da una diversa, tragica luce“, scrive nel suo diario Brecht. Ed è dall'orrore di quelle immagini, che nasce in lui il dubbio sul diritto dello scienziato a una sconfinata libertà.
La traduzione inglese del Galileo diviene così una nuova versione del dramma con un finale radicalmente mutato di segno, dove all'elogio della scaltrezza del protagonista di fronte all'Inquisizione, si sostituisce una mancanza di certezze, un rovello angoscioso: “Se io avessi resistito – conclude questo Galileo nostro contemporaneo – forse i naturalisti avrebbero potuto sviluppare qualcosa di simile a ciò che per i medici è il giuramento di Ippocrate: il voto di far uso della scienza a esclusivo vantaggio dell'Umanità“.
a seguire
DIALOGHI TRA SCIENZA E MUSICA
incontro con Gianni Zanarini e Letizia Michielon, moderatore Fabio Pagan
Verranno poste in luce le connessioni tra il linguaggio compositivo ligetiano e le teorie fisiche del caos e dei frattali, l'ascendenza dello stile del maestro ungherese con il modello chopiniano e l'analogia tra i due autori in relazione all'indagine dell'inconscio e della dimensione mnestica.
Ore 22.00:
concerto LETIZIA MICHIELON interpreta
musiche di György Ligeti e Frédéric Chopin
Esecuzione:
György Ligeti.
Études pour piano, premier livre
Étude n. 5. Arc- en- ciel
Étude n. 2. Cordes à vide
Étude n. 3. Touches bloquées
Étude n. 1. Désordre
Frédéric Chopin.
Notturno op. 27 n. 2
Studio op. 25 n. 10.