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RYKARDA PARASOL
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LAURA FURCI

RYKARDA PARASOL<br>
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LAURA FURCI Featured Image

Due donne, due splendide voci, per un’emozione epidermica e una musica che supera i propri confini stilistici proiettandosi nel mondo della cultura globale.

RYKARDA PARASOL
Madre svedese, padre immigrato israeliano e San Francisco, Parigi, Varsavia come luoghi di nascita, di residenza e sede di lavoro: è presente mezzo globo terrestre nelle coordinate esistenziali di Rykarda Parasol. Dopo l’esordio del 2004 con l’EP “Here she comes …” e i successivi tre splendidi album (“Our hearts first meet” del 2006, “For blood and wine” del 2009 e “Against the sun” del 2013) la quarantaseienne cantautrice torna sulla scena con “The color of destruction”. Una timbrica grave, permanentemente sospesa tra l’onirico e il decadente – che riconduce alla memoria delle grandi signore del rock come Marianne Faithfull, Patty Smith e Siouxsie – per un percorso in tredici tracce che disegna una affascinate e ‘colorata distruzione’. Ammirevoli le incursioni in territori dominati da tempi lenti e malinconici e in atmosfere in cui la vocalist, supportata da violini e flauti, riesce ad amplificare il suo seducente pathos comunicativo fatto di istinto e ‘vera e nera’ passione.

LAURA FURCI
Pianista di formazione classica, appassionata per il Jazz d'avanguardia, la musica spagnola e la ricerca di se stessi. Un bagaglio che le è servito per convertirsi in una cantante e compositrice ardita ed originale, di difficile catalogazione e ricca esposizione. Diplomatasi al Conservatorio “Tartini” di Trieste e laureatasi con la lode in Scienze Politiche Internazionali, Laura ha registrato il suo primo EP “Out of my comfort zone” a New York nel 2009 con illustri nomi del Jazz attuale tra i quali il sassofonista David Binney.
Oltre ad essere una abituale degli scenari Newyorkesi, Berlinesi e Spagnoli, paesi in cui ha vissuto per anni, Furci ha fatto da supporter al vocalista americano Al Jarreau, Raphael Gualazzi, Stefano Bollani, tra gli altri.
Il suo ultimo lavoro discografico si intitola “paCiencia”(2015), ed è stato prodotto a Madrid sperimentando con la musica elettronica da Campi Campòn, il produttore di Jorge Drexler.