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UBU REY

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spettacolo teatrale del Fueddu e Gestu Teatro
regia e adattamento di Giampietro Orrù
Interpreti: Maura Grussu, Rossano Orrù e Nanni Melis
Musiche di e con Veronica Maccioni e Ottavio Farci

Madre Ubu non soddisfatta del prestigio e del potere di padre Ubu, lo convince ad assassinare il Re di Polonia, Venceslao, proclamandosi Re dei Polacchi. Tiranno ingordo, avido di potere e di denaro, Ubu attua una politica vessatoria contro il popolo e di grottesco sterminio degli oppositori. Tema fatto di assurde e violente battaglie, tradimenti e disumane bassezze.

Adattamento dell’Ubu Roi di Alfred Jarry riscritto da Giampietro Orrù in un linguaggio maccheronico che contamina il Sardo con il Francese, lo Spagnolo, l’Italiano… in sintonia con la scrittura gestuale di Jarry e il carattere grottesco ironico del testo originario.
Si è mantenuta la funzione simbolica della maschera esplorando lo spirito di questo grottesco personaggio, marionetta umana, brutale, cinica e ingorda di potere e denaro, perfetta sintesi di disumanità e ludico gioco al massacro.
Sul palco si muovono e trasformano pochi oggetti scenici: assemblaggi essenziali di ossa, biciclette e bidoni di latta che hanno permesso di accentuare la dimensione grottesca e cannibalesca di Ubu.

Note di regia
Nel 2007 ho costruito una maschera con scarti di legno e cuoio. L’aspetto grottesco, aggressivo allo stesso tempo ridicolo di quella maschera mi ha fato pensare a Ubu, il personato creato da Alfred Jarry. Così è nata l’idea di una messa in scena dell’Ubu Roi. Non appena l’amico Pablo Volta ha saputo del progetto mi ha messo in contatto con Ornella Volta e Thieri Foulc, componenti illustri del Collège de ‘Patafysique Francese. Ho inviato loro il mio adattamento dell’Ubu, riscritto in linguaggio maccheronico che contamina il sardo con il francese, lo spagnolo, l’italiano…in sintonia con la scrittura gestuale di Jarry e il carattere grottesco ironico del testo originario. Entrambi mi hanno scritto che oltre ad aver “capito” finalmente il sardo si erano divertiti tantissimo a quella sintesi “sardonica”. Nello spettacolo ho cercato di mantenere la funzione simbolica della maschera, scansando ovvie attualizzazioni, esplorando lo spirito di questo grottesco personaggio, marionetta umana, brutale, cinica ed ingorda di potere e denaro, perfetta sintesi di disumanità e ludico gioco al massacro. Per la messa in scena ho lavorato con solo tre attori (Rossano Orrù, Maura Grussu, Nanni Melis), che attuano una battaglia interpretativa muovendo e trasformando pochi oggetti scenici: assemblaggi essenziali di ossa, biciclette e bidoni di latta che mi hanno permesso di accentuare la dimensione grottesca e cannibalesca di Ubu. Il gioco trasformistico, realizzato con i materiali poveri, evocativi e simbolici, la teatralità di gestualità e voce, interagiscono con le musiche di Ottavio Farci e Veronica Maccioni.