Spettacolo dedicato all’artista Anton Zoran Mušič (1909 – 2005)
Anton Zoran Mušič nasce nel 1909 in un villaggio presso Gorizia allora Austria, oggi Slovenia. Terminati gli studi all’Accademia dell’Arte di Zagabria nel 1934, comincia la sua carriera con lunghi viaggi tra Madrid, la Dalmazia, Lubiana, Trieste e Venezia dove sposa nel 1949 la pittrice Ida Barbarigo Cadorin che considererà per tutta la vita la sua unica musa ispiratrice. Sospettato di attività sovversive contro il regime fascista, nel 1944 è arrestato e deportato a Dachau. Nel giugno del 1945 Music è libero, anche se molto provato sia nel fisico che nel morale. In una serie di tele e disegni, intitolata Noi non siamo gli ultimi, l’artista trasforma l’inferno del campo di concentramento nella visione poetica di quella tragedia universale. Muore a Venezia il 25 maggio 2005. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo.
Marco Puntin, attore e gallerista è il protagonista di questo monologo che ripercorre la biografia artistica del grande pittore attraverso un flusso di immagini che riaffiorano a intermittenza dalla memoria, frammenti di riflessione sull’arte e sulla sua capacità di offrire salvezza dalle ferite più profonde: trasformare la realtà in rappresentazione per afferrare l’essenziale e vedere oltre a ciò che vedono gli occhi.
Il testo di Marko Sosič avvolge lo spettatore in un atmosfera intensamente onirica a cui contribuiscono la scena, i suoni e le immagini curate dal regista Massimo Navone.
Un omaggio ad uno degli artisti meno omologabili alle correnti dell’epoca, per il quale i paesaggi, carsico, dalmata, castigliano, italiano e infine quello di Dachau, hanno lasciato una traccia indelebile sull’esperienza artistica e sulla sua vita personale.