S/paesati

FIGLIE DI SHERAZADE

Raccontare per salvarsi la vita

FIGLIE DI SHERAZADE Featured Image

scritto, diretto e interpretato da Chiara Casarico e Tiziana Scrocca
musiche originali di Rosie Wiederkehr e Ruth Bieri
scene e fotografie Franca D’Angelo
sculture Nato Frascà
produzione Il NaufragarMèDolce

È la storia vera di due giovani donne che si raccontano affinché altre donne possano un giorno vivere in condizioni migliori. Due storie esemplari, due punti di vista apparentemente divergenti che convergono in un unico desiderio: la speranza di un mondo migliore.
Due donne si raccontano come in uno specchio ribaltato: una fuga e un ritorno, un dramma personale e le sofferenze di un popolo. Due storie parallele che nell’intrecciarsi producono, per analogia o per contrasto, un nuovo significato, che lascia alla riflessione dello spettatore l’ultima parola.
Aysha è una ragazza nata in Germania da genitori turchi. Vive a Berlino, dove studia, lavora e si innamora di un ragazzo tedesco. Purtroppo i genitori hanno già deciso di darla in sposa al cugino, come nella tradizione del loro paese d’origine. Ma Aysha non si riconosce nella cultura dei genitori e non può sottostare alle loro regole. Inoltre, una quotidianità fatta di soprusi e violenze la porta a scegliere la fuga. Dopo un periodo vissuto come un animale braccato, Aysha approda ad un centro di accoglienza per donne maltrattate e grazie al confronto con le altre donne rielabora il proprio vissuto e scopre il potere curativo della parola e l’importanza di testimoniare la propria esperienza.
Zoya è una ragazza afghana rifugiata in Pakistan. I suoi genitori, attivisti politici, sono stati uccisi dai fondamentalisti quando lei era piccola. La morte dei genitori e l’inasprirsi del fondamentalismo la costringono a fuggire in Pakistan. Della sua educazione si occupa una nonna “molto illuminata” che ha fatto di tutto per farla studiare. E così, grazie all’istruzione ricevuta in una scuola femminile clandestina, Zoya cresce nella consapevolezza di voler fare qualcosa per aiutare il proprio paese a risorgere dalla guerra e dal fondamentalismo. Tornando in Afghanistan e riprendendo l’attività clandestina dei genitori, scopre che la sua non è solo un esigenza politica ma anche una pulsione intima.L’apporto musicale e canoro della cantante Rosie Wiederkehr – del  noto gruppo Agricantus – con la collaborazione di Ruth Bieri, tastierista e compositrice svizzera, nonché fondatrice della prima scuola musicale femminile in Europa (Zurigo), diventa la sintesi emozionale delle due storie.
Le musiche sono originali e sono state composte appositamente per lo spettacolo.La scena, scarna ed essenziale, è costituita da luci e ombre generate dalla proiezione di immagini di Franca D’Angelo. Le proiezioni investono i corpi delle attrici che recitano in uno spazio limitato (accanto o sopra) a due gabbie cubiche, sculture che Nato Frascà ha realizzato nel 1964-65 ed esposta anche alla X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.
Premio RadioRAI Microfono di Cristallo
Finalista al Premio Ustica per il Teatro 2007
Finalista al Festival Internazionale di Lugano
Lettera di Encomio del Presidente della Repubblica

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Al termine dello spettacolo seguirà un commento incentrato sul tema della violenza contro le donne sia a livello locale che a livello internazionale con Monika Bulaj  (fotografa), Rossella Strani (centro antiviolenza Goap) e Fabiana Martini (giornalista).

organizzazione: Bonawentura

Ingresso € 12,00 riduzioni convenzionate € 10,00. Green pass obbligatorio. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) da lunedì a venerdì dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.com