performance audiovisual partecipata di Andrea Bastogi (fotografo e dj performer)
Introducono la scrittrice Marina Mander e Sabrina Morena
A 10 anni dell’ anniversario della morte, Nelson Mandela rivive nelle immagini del suo funerale, una festa di popolo dove tutti ballavano. Andrea Bastogi, fotografo, performer, dj era lì e ha ripreso le immagini. Assieme al pubblico ricreremo quella atmosfera di libertà, ballando con i filmati e la musica di quella giornata, commemorando il protagonista della lotta alla apartheid e della liberazione del Sudafrica.
Non appena saputa la notizia della morte di Nelson Mandela, d’impulso e senza pianificazioni, Andrea Bastogi prende il primo aereo per tuffarsi in quello che è stato subito considerato “il funerale più imponente della storia”. Senza accrediti stampa, in mezzo a migliaia di africani in fila, documenta la commozione e la gioia nel momento dell’estremo saluto all’uomo che ha ridato libertà, dignità e speranza al suo popolo. Le immagini ci trasportano in mezzo alla gente di Nelson Mandela, prima al seguito del funerale, poi attraverso strade, città e villaggi del Sud Africa, storie parallele di una società in grande divenire.
Lo spirito non può essere imprigionato né in una cella, né in una bara. Lo spirito è sempre più avanti. Andrea Bastogi, con il suo lavoro, lo rende palpabile, respirabile.
Marina Mander
Come tanti conoscevo e ammiravo Nelson Mandela e la sua storia esemplare, ma solo nel buio dello studiolo di Andrea appena tornato dal Sudafrica, davanti alle immagini folli di un popolo che canta e balla nelle strade del funerale, ho avuto l’emozione diretta di chi veramente fosse quest’uomo, e cosa davvero rappresentasse per il suo popolo. Andrea mi è parso cambiato, con uno sguardo più acceso sulla vita e sull’arte, e un cuore più grande; da allora si è messo a rimuginare in mille forme quelle immagini, raccogliendo intorno a sé amici e collaboratori vecchi e nuovi, fino alla gemma di questa installazione, un vortice ipnotico che non spiega chi era Mandela, ma lo mostra dritto al cuore. E’ il lavoro e il compito dell’artista: spetta ad altri la spiegazione storica, filosofica, politica. I giovani devono vedere quest’opera; tutti dovrebbero farlo, ma soprattutto i giovani. Perché si sappia, se qualcuno lo avesse dimenticato, che nel mondo non esistono solo il male e la corruzione, ma anche la gioia, il dolore e il sorriso di chi combatte per l’uguaglianza e per la dignità di tutti gli esseri umani. E’ per questo che ho sollecitato e aiutato Andrea a creare la “casa mobile”, alla quale auguro lunga vita nelle piazze del mondo.
Giorgio Zorcù