
Una serata dedicata al tema dei giornalisti antimafia che vedrà come ospiti gli scrittori e giornalisti Lucio Luca, Giovanni Tizian e Attilio Bolzoni.
Giovanni Tizian, è giornalista d’inchiesta e autore di molti libri spesso dedicati alle relazioni tra mondo economico e organizzazioni mafiose. Il padre, Peppe Tizian, un funzionario di banca che non si volle piegare al malaffare mafioso, venne ucciso a colpi di lupara a Locri nel 1989. Un delitto rimasto impunito su cui Giovanni ha in seguito indagato. Nel suo libro uscito nel 2022, “Il silenzio. Italia 1992-2022”, racconta la scia di sangue che ha unito in un filo comune la sua famiglia a quelle delle tante altre vittime.
Attilio Bolzoni, giornalista di Domani e già cronista a L’Ora di Palermo, ha lavorato a La Repubblica per quarant’anni. Tra i suoi tanti libri: “Il capo dei capi”, “La Giustizia è Cosa Nostra”, “Parole d’Onore”, “Il Padrino dell’Antimafia”.
Lucio Luca giornalista di La Repubblica da oltre trent’anni e autore del libro “4 centesimi a riga” presenterà lo spettacolo tratto da quest’ultimo che verrà rappresentato a fine incontro alle 21.00:
VOLEVO SOLO FARE IL GIORNALISTA – LA STORIA DI ALESSANDRO BOZZO
con Salvo Piparo e le musiche di Michele Piccione
Il 15 marzo del 2013 il giornalista Alessandro Bozzo pose fine alla sua vita con un colpo di pistola, a dieci anni dalla sua scomparse il Teatro Miela gli rende omaggio per questo spettacolo.
La storia racconta il giornalista calabrese alla soglia dei 40 anni: un bivio della vita al quale Alessandro arriva con il carico di una serie di minacce da parte della ‘ndrangheta, un lavoro sempre più precario e un matrimonio che sta per fallire. Decide così di isolarsi e ripercorrere le tappe più importanti della sua vita attraverso le pagine di un diario segreto che aggiorna quasi maniacalmente giorno per giorno, annotando le angherie che è costretto a subire e il disprezzo per chi, dal suo punto di vista, tradisce la professione scendendo a compromessi col potere.
Il monologo racconta le pressioni psicologiche, il mobbing, lo sfruttamento dei collaboratori costretti a scrivere, appunto, per quattro centesimi a riga, le minacce mafiose subite dal giornalista, culminate in un gesto estremo e in un processo destinato a fare giurisprudenza.
Salvo Piparo attore e cantastorie palermitano che da anni racconta la Sicilia e le sue mirabili storie di vita e leggende popolari. Ricercatore attento delle tradizioni, rievoca la storia attraverso la tecnica del cunto. Piparo è testimonial per UNICEF e da anni è impegnato in un progetto laboratoriale di teatro sociale dal titolo “La città raccontata”, rivolto a tutti coloro che hanno una storia da raccontare.
Michele Piccione, musicista palermitano, è tamburellista e chitarrista e studioso di strumenti tradizionali appartenenti a diverse culture come il duduk (oboe tradizionale della cultura armena), il bodhràn (tamburo a cornice irlandese), la darbuka (tamburo a calice medio orientale) che suona con lo stile appreso dai Rom stanziati a Palermo, il cajon, la cornamusa scozzese, il marranzano, la zampogna a paru messinese e la ciaramella molisana.