
di Anna Maria Damato
regia Monica Angiuli
con Aldo Fornarelli, Cristina Angiuli, Felice Alloggio, Anna Maria Damato, Monica Angiuli
Compagnia teatrale “Il Vello d’oro”
Quella di Savina Rupel è la storia vera di una coraggiosa donna del Carso triestino che viene deportata nel lager femminile di Ravensbruck, nel quale dette alla luce il figlio Danilo, morto qualche giorno dopo fra le sue braccia, e appartiene alla categoria delle “salvate”, così definite da Primo Levi, ossia quelle deportate che nonostante le terribili vicissitudini, è riuscita a salvarsi, in virtù del coraggio e della speranza, tutta femminile, frutto del grande amore per la vita.
Savina si salvò con nella mente la tenace volontà ripetuta più volte in scena “mi devo tornar! – io devo tornare”, camminando incessantemente per giorni e giorni, per tornare a casa. Qui pensava di riabbracciare l’uomo che amava e che avrebbe dovuto sposare, se non fosse stata arrestata perché sospettata di collaborare con i partigiani sloveni, il giorno prima del matrimonio. Ma il suo compagno non c’era, l’anziano e affettuoso padre, interpretato da Felice Alloggio e la sorella Ivanka, interpretata da Monica Angiuli, le confessano che l’uomo con cui aveva concepito il piccolo Danilo viveva con un’altra donna perché aveva perso tutte le speranze di vederla viva.
Un dramma di alto spessore artistico e indubbio valore culturale, in cui gli spettatori potranno essere avvolti da quei sentimenti e valori universali che concorrono a che nulla venga dimenticato.