
Un concerto drammatico di Marco Maria Tosolini e Blue Mystic Band
Barbara Errico – lead vocals
Margherita Baggi, Francesca Giordano – vocals
Jimi Barbiani – guitar, lead vocals
Marco Germini – keyboards
Marco Maria Tosolini – drums, percussion, guitar, keytar
Erik Tulissio – drums, percussion
André Araujo – percussion, ritual devices
Paolo Viezzi – bass, band director
Guest:
Luka Vrbanec – alto sax
In scena gli Orisha Ochosi, Oya, Obatala, Babalù Aye
Federico Màzzolo – compositions, sound loops, videoart
Lorena Cantarut – videoart
Giacomo Foti – video, stage master
Gli “Orisha” sono divinità del Pantheon di una delle maggiori, ricche ed articolate culture religiose del continente africano. Si tratta di una religione animista e politeista nata in epoca assai remota, nutrita di una storia antichissima.
Corposi studi abbastanza recenti – documentati quanto avversati dal pensiero eurocentrico – dimostrano la sorprendente similarità fra l’Olimpo dei greci e il Pantheon della cultura religiosa yoruba (Africa subsahariana occidentale), con polarità genetica primordiale non ad Atene (o Micene) ma nell’Alto Nilo. Il tutto
prende origine – secondo lo studioso Martin Bernal – dagli albori della civiltà egizia, all’epoca dell’antico regno, con faraoni molto scuri di pelle.
Yoruba e un’altra dozzina di tribù-etnie sono state soggette alle deportazioni di schiavi verso le Americhe iniziata ai primi del XVI secolo e proseguitano alla prima metà del XIX, per un totale di almeno 10.000.000 di individui. L’unica cosa che questi sventurati hanno potuto portare con sé sono stati i propri spiriti, le proprie divinità, i propri “Orisha”, custoditi gelosamente e disperatamente nelle loro anime, nelle loro memorie.
L’attuale fenomeno della migrazione – con particolare riferimento alla direttrice Africa subsahariana verso Europa – invita in modo stringente ad una riflessione sulla necessità di CONOSCERE aspetti storici, strutturali e profondi del sentire e del sapere di molte persone che cercano nuovi orizzonti per la sopravvivenza. L’unico modo per rapportarsi in modo equilibrato con un macrofenomeno oggettivamente problematico è CONOSCERE le culture di provenienza dei soggetti migranti.
IL SUONO DI PAN N. 10 – ANTICHI RITI, NUOVE MUSICHE si traduce così in un concerto drammatico che attraverso musiche dai grandissimi autori latini e afroamericani (solo un “bianco”!) che si sono espressi in vari stili quali Robert Johnson, Screamin’ J. Hawkins, Freddy King, Eric Clapton, Billy Holiday, Miles Davis, Herbie Hancock, Jimi Hendrix, Maceo Parker, Stevie Wonder, Carlos Santana fra gli altri. Il tutto sarà impreziosito dalle videocreazioni di Cantarut e dalle musiche originali di Màzzolo che permetteranno anche la comparsa di divinità invocate: queste si materializzeranno…sul palcoscenico?
Corposi studi abbastanza recenti – documentati quanto avversati dal pensiero eurocentrico – dimostrano la sorprendente similarità fra l’Olimpo dei greci e il Pantheon della cultura religiosa yoruba (Africa subsahariana occidentale), con polarità genetica primordiale non ad Atene (o Micene) ma nell’Alto Nilo. Il tutto
prende origine – secondo lo studioso Martin Bernal – dagli albori della civiltà egizia, all’epoca dell’antico regno, con faraoni molto scuri di pelle.
Yoruba e un’altra dozzina di tribù-etnie sono state soggette alle deportazioni di schiavi verso le Americhe iniziata ai primi del XVI secolo e proseguitano alla prima metà del XIX, per un totale di almeno 10.000.000 di individui. L’unica cosa che questi sventurati hanno potuto portare con sé sono stati i propri spiriti, le proprie divinità, i propri “Orisha”, custoditi gelosamente e disperatamente nelle loro anime, nelle loro memorie.
L’attuale fenomeno della migrazione – con particolare riferimento alla direttrice Africa subsahariana verso Europa – invita in modo stringente ad una riflessione sulla necessità di CONOSCERE aspetti storici, strutturali e profondi del sentire e del sapere di molte persone che cercano nuovi orizzonti per la sopravvivenza. L’unico modo per rapportarsi in modo equilibrato con un macrofenomeno oggettivamente problematico è CONOSCERE le culture di provenienza dei soggetti migranti.
IL SUONO DI PAN N. 10 – ANTICHI RITI, NUOVE MUSICHE si traduce così in un concerto drammatico che attraverso musiche dai grandissimi autori latini e afroamericani (solo un “bianco”!) che si sono espressi in vari stili quali Robert Johnson, Screamin’ J. Hawkins, Freddy King, Eric Clapton, Billy Holiday, Miles Davis, Herbie Hancock, Jimi Hendrix, Maceo Parker, Stevie Wonder, Carlos Santana fra gli altri. Il tutto sarà impreziosito dalle videocreazioni di Cantarut e dalle musiche originali di Màzzolo che permetteranno anche la comparsa di divinità invocate: queste si materializzeranno…sul palcoscenico?
organizzazione: Associazione Musicologi
Ingresso libero