
Arrivano fin dalla Nuova Zelanda e sono un fantasioso progetto sonoro e visivo, inventori e promotori di un particolarissimo groove alieno.
Poliritmie africane, voodoo marcio, funk bianco deformato e dall’attitudine spacey, elettroniche d’accatto, percussività incessante ed eclettica, gamelan indonesiani, tradizioni del Borneo e tutto ciò che vi può venire in mente. Il tutto frullato con travestimenti space/pop, una buona dose di ironia e una reputazione di selvaggi animali da palco o da house party che si sono costruiti nel tempo.
Il risultato è un vertiginoso viaggio nel loro tunnel spazio-temporale a cavallo di questo particolare future-funk psichedelico.
Il loro suono è prodotto da particolari strumenti che sembrano provenire da mondi lontani ed è una continua esplorazione tra la poliritmia africana e un future/pop che ricorda gruppi come gli Stereolab o i B52s. Possono ricordare anche i Talking Heads del periodo di “Remain In light” e della collaborazione con Eno per la commistione con le ritmiche africane pur essendo un gruppo pop bianco.
“Mirror” è il loro nuovo nuovo album in uscita contemporanea proprio questo novembre. Un viaggio attraverso lo specchio, un’esplorazione di energie e atmosfere
che combina la potenza ritmica estatica dell’Orchestra Of Spheres ai particolari canti rituali con una palette orchestrale molto estesa, arrivando come sempre ad un alto livello di sperimentazione e originalità.