Direttore Fabrizio Ficiur
Rok Vilhar tuba
Luca Della Donne pianoforte
Con la partecipazione di Lorenzo Zuffi
Terzo dei quattro appuntamenti che vedono impegnata la Camerata Strumentale Italiana diretta da Fabrizio Ficiur in un articolato progetto di musica, recitazione e audiovisivi per conoscere l’affascinante mondo della Notte attraverso un protagonista d’eccezione: l’Incubo.
“Se la notte è nera, è perché nulla possa distrarci dai nostri incubi”
Bill Watterson
Bill Watterson
Luigi BOCCHERINI – Sinfonia in Re min Op. 12 n°4 – “La Casa del Diavolo”
Frantisek DOMACLINSKY – Concerto per una notte speciale – per tuba ed archi
Bernard HERMANN – Psycho – colonna sonora dell’omonimo film di A. Hitchcock
Edward ELGAR – Chanson de la Nuit Op. 15 n°1
Joaquin TURINA – Rapsodia Sinfonica – per pianoforte ed archi
Frantisek DOMACLINSKY – Concerto per una notte speciale – per tuba ed archi
Bernard HERMANN – Psycho – colonna sonora dell’omonimo film di A. Hitchcock
Edward ELGAR – Chanson de la Nuit Op. 15 n°1
Joaquin TURINA – Rapsodia Sinfonica – per pianoforte ed archi
Curiosità dallo Spartito del Direttore
BOCCHERINI: Scrivi Boccherini e leggi violoncello! Grandissimo virtuoso del ‘700, è stato per il violoncello quello che Paganini fu per il violino e lo ha fatto conoscere al mondo. Compositore, la sua fama lo condusse a tenere concerti in tutta Italia finendo poi in Spagna alla corte del Principe delle Asturie. Lì compose gran parte delle sue opere: quintetti e sinfonie, e tra queste la sesta, chiamata La Casa del Diavolo perché l’Andante introduttivo descrive un lamento di anime dannate ed il Presto finale è un richiamo agli spiriti infernali dell’Orfeo di Gluck.
DOMACLINSKY: poche sono le composizioni dedicate espressamente alla tuba: non si presterebbe ad essere strumento solista ma autori del ‘900 si sono cimentati nella composizione di concerti per tuba con audacia e un pizzico di ironia. In questo caso Domaclinsky, compositore dell’Europa dell’Est di cui si hanno pochissime notizie biografiche, dedica a questo strumento un concerto e lo sottotitola per una notte speciale facendo intendere che può essere eseguito in qualsiasi momento, purché sia speciale l’occasione dell’esecuzione. E più speciale di una rassegna sulla Notte, che ci può essere?
HERMANN: indubbiamente il più grande successo di Hitchcock, è entrato nella storia del cinema diventando subito un saggio della suspense cinematografica. Far morire la protagonista dopo solamente 40’ di film fu una clamorosa infrazione di tutte le convenzioni in voga al tempo: farla morire, poi, in quel modo significò trasgredire tutti i codici di rappresentazione vigenti nella Hollywood tradizionalista. Per girare i 45’’ della scena della doccia, occorsero ben sette giorni di lavorazione, 72 posizioni differenti della macchina da presa in 1 metro quadrato ed una controfigura per la protagonista Janet Leigh. Dopo i sette giorni di riprese estenuanti e maniacali, le riprese furono interrotte per oltre un mese per un esaurimento nervoso della Leigh. Da allora Anthony Perkins non riuscì più a scrollarsi di dosso il ruolo dello psicopatico. Geniale anche la colonna sonora essenziale che Bernard Hermann, all’epoca uno degli autori più ricercati a Hollywood, ha composto affidandola ad un’orchestra d’archi.
ELGAR: il musicista autodidatta provinciale proveniente dal più basso gradino della borghesia e di fede cattolica – un outsider in tutti i sensi – riuscì ad infilarsi nelle maglie dell’istituzione britannica e a diventarne uno dei maggiori esponenti musicali di fine ‘800. Il brano Chanson de la Nuit fu composto per violino e pianoforte, ma lo stesso Elgar ne fece una trascrizione sia per orchestra sinfonica che per orchestra d’archi: a questo brano l’autore si riferiva definendolo My favourite song.
TURINA: esponente della musica popolare spagnola, ha speso gran parte della sua vita dedicandosi alla divulgazione della musica iberica con grande attenzione alle sue espressioni più vicine alla musica tradizionale. In quest’ ottica va inserita la Rapsodia Sinfonica ove il pianoforte dialoga con grande passione con l’orchestra e le melodie spagnole si snocciolano con gran fantasia!
BOCCHERINI: Scrivi Boccherini e leggi violoncello! Grandissimo virtuoso del ‘700, è stato per il violoncello quello che Paganini fu per il violino e lo ha fatto conoscere al mondo. Compositore, la sua fama lo condusse a tenere concerti in tutta Italia finendo poi in Spagna alla corte del Principe delle Asturie. Lì compose gran parte delle sue opere: quintetti e sinfonie, e tra queste la sesta, chiamata La Casa del Diavolo perché l’Andante introduttivo descrive un lamento di anime dannate ed il Presto finale è un richiamo agli spiriti infernali dell’Orfeo di Gluck.
DOMACLINSKY: poche sono le composizioni dedicate espressamente alla tuba: non si presterebbe ad essere strumento solista ma autori del ‘900 si sono cimentati nella composizione di concerti per tuba con audacia e un pizzico di ironia. In questo caso Domaclinsky, compositore dell’Europa dell’Est di cui si hanno pochissime notizie biografiche, dedica a questo strumento un concerto e lo sottotitola per una notte speciale facendo intendere che può essere eseguito in qualsiasi momento, purché sia speciale l’occasione dell’esecuzione. E più speciale di una rassegna sulla Notte, che ci può essere?
HERMANN: indubbiamente il più grande successo di Hitchcock, è entrato nella storia del cinema diventando subito un saggio della suspense cinematografica. Far morire la protagonista dopo solamente 40’ di film fu una clamorosa infrazione di tutte le convenzioni in voga al tempo: farla morire, poi, in quel modo significò trasgredire tutti i codici di rappresentazione vigenti nella Hollywood tradizionalista. Per girare i 45’’ della scena della doccia, occorsero ben sette giorni di lavorazione, 72 posizioni differenti della macchina da presa in 1 metro quadrato ed una controfigura per la protagonista Janet Leigh. Dopo i sette giorni di riprese estenuanti e maniacali, le riprese furono interrotte per oltre un mese per un esaurimento nervoso della Leigh. Da allora Anthony Perkins non riuscì più a scrollarsi di dosso il ruolo dello psicopatico. Geniale anche la colonna sonora essenziale che Bernard Hermann, all’epoca uno degli autori più ricercati a Hollywood, ha composto affidandola ad un’orchestra d’archi.
ELGAR: il musicista autodidatta provinciale proveniente dal più basso gradino della borghesia e di fede cattolica – un outsider in tutti i sensi – riuscì ad infilarsi nelle maglie dell’istituzione britannica e a diventarne uno dei maggiori esponenti musicali di fine ‘800. Il brano Chanson de la Nuit fu composto per violino e pianoforte, ma lo stesso Elgar ne fece una trascrizione sia per orchestra sinfonica che per orchestra d’archi: a questo brano l’autore si riferiva definendolo My favourite song.
TURINA: esponente della musica popolare spagnola, ha speso gran parte della sua vita dedicandosi alla divulgazione della musica iberica con grande attenzione alle sue espressioni più vicine alla musica tradizionale. In quest’ ottica va inserita la Rapsodia Sinfonica ove il pianoforte dialoga con grande passione con l’orchestra e le melodie spagnole si snocciolano con gran fantasia!
organizzazione: Camerata Strumentale Italiana
Ingresso € 10,00; ridotto soci e under 26 € 8,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.it