Satierose

TARTIN_ATIONS

Le Vexations di Erik Satie con gli studenti del Conservatorio “G. Tartini”

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Le Vexations di Erik Satie sono una composizione, presumibilmente, destinata al pianoforte e composta nel 1893.

In quel periodo Satie si guadagnava da vivere (lo scarso successo delle sue composizioni e una certa attitudine anticonformista e provocatoria lo avevano spinto verso questa scelta) come pianista di cabaret all’Auberge du Clou, luogo dove conobbe molti esponenti della fervida cultura parigina del tempo, tra cui Suzanne Valadon, pittrice, che fu proprio in quegli anni compagna del compositore.

L’opera, mai pubblicata, venne trovata e resa nota solo molto tempo dopo la morte di Satie.

La partitura, composta da un tema affidato ad una sola riga e due armonizzazioni dello stesso, reca alcune indicazioni di Satie riguardanti l’articolazione del discorso (tema – prima armonizzazione – tema – seconda armonizzazione) e il numero di ripetizioni (840) da prevedere per l’esecuzione; tali indicazioni non sembrano essere necessariamente obbligatorie né la destinazione pare essere esclusivamente pianistica; tali caratteristiche, unite alla scrittura, semplicissima ma di scomoda lettura per via dell’uso sistematico di una notazione arbitraria e contraddittoria, ne hanno fatto un simbolo della natura enigmatica e anticonvenzionale di Satie.
Il pezzo in sé dura più o meno un minuto, le 840 ripetizioni lo portano a coprire un arco di 14 ore presunte, ovviamente le diverse, possibili, letture del brano possono durare tra le 10 e le 20 ore.

La proposta di TARTIN_ATIONS (ovviamente arbitrario connubio tra le parole “Tartini” e “Vexations”) prevede che le 840 ripetizioni vengano affidate a quattro pianoforti contemporaneamente, così da ridurre la durata del brano ad un arco temporale compreso tra le 5 e le 6 ore. Tale operazione non è arbitraria, infatti le indicazioni dell’autore lasciano ampio margine di manovra e, a nostro parere, rende l’esecuzione ancor più provocatoria e “vessatoria”. Nella lettura degli studenti del Tartini, infatti, si vuole rendere appieno lo spirito di maltrattamento (solo musicale, intendiamoci!) protratto che Satie intendeva opporre al mondo dell’accademismo intellettuale che tanto disprezzava.

Un pianoforte in sala (ospite d’eccezione in chiusura il noto pianista e jazzista Enrico Intra), altri tre pianoforti posti in punti strategici del teatro (foyer, ridotto, caffetteria), ciascuno impegnato in 210 ripetizioni delle Vexations, venti e più giovani pianisti del Conservatorio Tartini, tutti insieme per creare una vera e propria persecuzione musicale, tale da non lasciare scampo all’ascoltatore ovunque egli si trovi all’interno del teatro, sempre con il sorriso sulle labbra e un’ironica nonchalance.