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S/paesati- eventi sul tema delle migrazioni riprende l’attività al Teatro Miela

Il festival sul tema delle migrazioni S/paesati- eventi sul tema delle migrazioni riprende l’attività al Teatro Miela (chiuso momentaneamente per lavori di adeguamento) dopo le anticipazioni al Teatrino Basaglia di San Giovanni. Per motivi legati ai lavori attualmente in corso gli spettacoli “Il Vangelo delle Beatitudini” e “Da madre a Madre” hanno subito un cambio data. Inoltre il calendario è stato ampliato con lo spettacolo “Gejm”, vincitore di numerosi premi, che verrà rappresentato al Teatro Stabile Sloveno.

Mercoledì 24 novembre: mostra della giornalista e fotografa slovena Meta Krese dal titolo “ASPETTIAMO INVANO - Storie di profughe di Srebrenica”, a cura dello Slovenski klub nell’ambito del progetto “Ritorni – Tempi di guerra, tempi di pace. Di Srebrenica si è scritto e si scrive ancora molto e le vedove di Srebrenica non sono persone senza nome, eppure con i loro discendenti continuano a vivere nei campi profughi. La mostra si interroga su come vivano più di 80 milioni di profughi e di sfollati che rischiano di essere solo anonimi numeri.

Giovedì 25 novembre: “FIGLIE DI SHERAZADE. Raccontare per salvarsi la vita” È la storia vera di due giovani donne, una nata in Germania da genitori turchi e una giovane e una afgana rifugiata in Pakistan. Due storie esemplari, due punti di vista apparentemente divergenti che convergono in un unico desiderio: la speranza di un mondo migliore. Due donne che si raccontano come in uno specchio ribaltato: una fuga e un ritorno, un dramma personale e le sofferenze di un popolo. L’apporto musicale e canoro della cantante Rosie Wiederkehr – del noto gruppo Agricantus – con la collaborazione di Ruth Bieri, tastierista e compositrice svizzera, crea la affascinante sintesi emozionale delle due storie.

Mercoledì 1 dicembre:IL VANGELO DELLE BEATITUDINI” di e con Aida Talliente. Il discorso della montagna riportato agli uomini segna la traccia per entrare in un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della speranza. A raccontare, oltre alle parole, sono anche le grandi immagini proiettate che disegnano lo spazio scenico e quello emotivo. Uno spettacolo diviso in quadri uno dei quali è dedicato all’esperienza umana di Don Mario Vatta.

Giovedì 2 dicembre: “DA MADRE A MADRE” in omaggio a Nuto Revelli, Lo spettacolo racconta le similitudini, più che le differenze, tra antiche e odierne schiavitù, quel “mondo dei vinti“ che non conosce frontiere, o colore della pelle, ma solo gabbie da cui è possibile uscire solo attraverso consapevolezza, conoscenza, solidarietà. Le donne sono anello forte, in questo. Così racconta Nuto Revelli e così racconta la migrazione di oggi, dove le donne portano un peso grande, ma sono anche capaci di grandi mediazioni, e di tenacia nel tenere insieme famiglie, paesi, generazioni. “Da madre a madre” porta in scena il mondo dei matrimoni misti, della tratta delle bianche, delle guaritrici e masche degli anni ’20 e 50, del libro di Revelli, e l’Africa, di ieri e di oggi.

Giovedì 9 dicembre:TEMPO ORFANO” di e con Chiara Benedetti. La storia di Adam, arrivato in Italia in seguito alla guerra in Libia del 2011 e che dopo una lunga e travagliata avventura umana fatta di impegno politico, speranze, sofferenze e delusioni, oggi fa l’assistente socio sanitario ed assiste un anziano. Sulla base del loro incontro, dei momenti di cura e quelli di attesa, si costruisce la trama dei ricordi di Adam in cui convivono presente e passato, in un flusso di visioni e di evocazioni buffe e nostalgiche.

Sabato 11 dicembre al Teatro Stabile Sloveno: “GEJM” regia Žiga Divjak, produzione Maska Ljubljana Slovensko Mladinsko Gledališče. Le persone che hanno percorso a piedi mezzo mondo per sfuggire a guerre, persecuzioni, violenze e povertà estrema, chiamano “gejm” gli ultimi cento chilometri che in Bosnia ed Erzegovina li separano dall’ingresso in Europa. Il gioco non ha regole, le leggi non si applicano, i poteri della polizia sono illimitati, la violenza è sempre più brutale, i pericoli crescono, le opportunità diminuiscono e le strade si allontanano sempre più. Molti ci provano più volte, anche venti, trenta volte: una volta devono riuscirci, ma per molti, il gioco finisce fatalmente.

Martedì 14 e mercoledì 15 dicembre: “SENZA UN SOLDO di Giuseppe Nicodemo. Con Laura Bussani e Francesco Godina, drammaturgia e regia di Marcela Serli.  Ispirato all’autobiografia di George Orwell “Senza un soldo a Parigi e Londra” pubblicata nel 1933.
In questa dramedy (o tragicommedia o commedia amara, che dir si voglia) si vedono due attori Franco e Lorena che, durante le prove dello spettacolo sul testo di Orwell, si incontrano e si scontrano sulla loro vita, sulle loro esperienze personali di nuovi poveri, perché la povertà è un concetto complesso, non è solo migranti e vagabondi, ma è anche precarietà, non riuscire a pagare le bollette, non avere la certezza del futuro. E in questo, Orwell è un nostro contemporaneo; dopo cent’anni la situazione sembra indentica, se non peggiore: “la differenza tra ricchi e poveri sta solo nel reddito”.  L’unica consolazione, come dice Orwell, è che il nostro Paese “è un posto bellissimo, se non si è poveri”.

Giovedì 16 dicembre:SCONCERTO PER I DIRITTI” due attrici, Agata Tomšič ed Emanuela Villagrossi, danno voce agli articoli della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e si interrogano su concetti chiave quali Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia, verificandone l’effettivo rispetto nel nostro tempo. Due lamiere, percosse dalle attrici e rielaborate dal live electronics di Davide Sacco, si fanno strumenti musicali all’interno di un’ambientazione sonora da cui emergono le note della Nona Sinfonia di Beethoven all’interno di una drammaturgia plurilinguistica, in cui parola, suono e video giocano a scambiarsi vicendevolmente di ruolo.