Teatro e Cabaret

Protagoniste

ANITA BATTE A MACCHINA…

ANITA BATTE A MACCHINA… Featured Image

drammaturgia e regia Gioia Battista
con Giustina Testa
la voce di Anita Pittoni è Ariella Reggio
drammaturgia sonora e immagini Nicola Ciaffoni
una produzione Caraboa Teatro

«E allora penso: a quali sconosciute persone sono legata, senza che io ne abbia conoscenza?
Sono lontane, vicine? Forse soffrono.
Come vivono? Dove vanno? Potrò incontrarle?»
Dal diario di Anita Pittoni: 12 novembre 1944

Anita è una donna e tante donne.
Anita cuce, ricama, sferruzza, inventa punti all’uncinetto.
Anita tesse la canapa e il lino, moderna aracne, crea vestiti per l’alta società.
Anita espone le sue creazioni a Roma, Milano e Venezia.
Anita batte a macchina e tutti i suoi amici letterati credono che lei abbia un dono, quello della scrittura.
Anita è forte e sensibile, ha il guscio duro e la ‘scontrosa grazia’ dell’amico Saba.
Anita è irruenta e aggressiva.
Anita pensa troppo all’amore. Anita incapace di amare.
Anita sempre sola, Anita piena di idee.
Anita a batér ciòdi, a sporcarsi le mani, a fare quello che nessuno vuol più fare.

1982. Una stanza d’ospedale, una giovane infermiera siede accanto al letto di un’anziana paziente. La vecchia signora è qui da diverse settimane, riceve poche e misteriose visite, nessuna delle infermiere riesce a sopportarla più di qualche minuto, ha un passato ingombrante, e un nome famoso: Anita Pittoni, la Pittoni, come la chiamano tutti. È stata artigiana, artista, scrittrice, editrice, compagna di un noto scrittore, fondatrice di uno degli ultimi ‘salotti’ della città. Sono i suoi ultimi giorni di vita e a quella donna, così sola e particolare, si avvicina una giovane infermiera, l’unica in grado di starle accanto, lei è diversa, è paziente, ascolta, le parla, le chiede della sua vita. Con lei ricostruiremo il suo passato e insieme scopriremo il nostro futuro. 

La vita di Anita Pittoni è costellata di tanti piccoli sogni, inizia dalla necessità di rendersi indipendente e finisce con la scelta di vivere una vita fuori dagli schemi e dalle convenzioni.
La tensione di Anita verso il sogno è allo stesso tempo eterea e concreta, ci insegna che l’emancipazione, l’indipendenza e la libertà di un individuo, e di una donna, non sono e non devono essere schiave del proprio tempo. Superare i confini di ciò che si crede impossibile fare, sognare in grande, sognare ancora, sognare sempre.

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