Il Teatro

Chi siamo

Un teatro, una cooperativa

Chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo… Possiamo anche scherzarci su, visto che il Miela si è sempre ironicamente definito un teatro “instabile”. Identità, vocazioni e obiettivi sono temi importanti, ma rischieremmo una retorica che non ci appartiene. Abbiamo festeggiato il nostro trentennale di attività in anni difficili per tutti e molto difficili per i teatri e per chi ci lavora. Bonawentura/Teatro Miela, però, è sempre stato un posto di sogni realizzati fin dalla sua fondazione nel lontano 1990. 

Il sogno del Miela di oggi è in fondo lo stesso di allora, ma da perseguire con ancora maggiore determinazione: raccogliere una comunità sempre più ampia di spettatori che cercano svago e divertimento e che vogliono anche partecipare al dibattito culturale e civile della città e del nostro Paese. Lo facciamo e lo faremo con le nostre produzioni, con gli spettacoli ospiti, con incontri e dibattiti e con tutto ciò che – anche sul lato più bizzarro e spiazzante delle proposte – ha sempre contraddistinto il Miela come rifugio sicuro di ogni navigazione artistica. 

Il Miela è quasi affacciato sul Golfo di Trieste, è nella nostra natura essere punto d’approdo e luogo di incontro, ma anche di scoperte e di avventure. Sempre, e in ogni senso, “tra il mare e la terraferma”.

La storia

Bonawentura sc è un’esperienza culturale nata dal “basso”, nel lontano 1988, dalla volontà e dalla partecipazione dei cittadini che si sono uniti per creare un nuovo spazio teatrale e culturale: il Teatro Miela, inaugurato il 3 marzo del 1990. Un unicum in Italia e fonte di interesse di studio e oggetto di diverse tesi di laurea di Storia del teatro. Il nome della cooperativa venne scelto ispirandosi al celebre sig. Bonaventura delle strisce di fumetti di Sergio Tofano. Infatti, per iniziare il restauro dello spazio dell’allora “Cinema del Mare”, ogni socio donò, al tempo, un milione di lire. 

Il teatro, con la sua sala di 300 posti, un ridotto di 60 posti, bar e spazio espositivo è stato dedicato alla geniale artista visiva e teatrale triestina Miela Reina, morta prematuramente a 37 anni. Oltre a essere un’artista di grande rilievo la Reina fu anche una instancabile animatrice della scena culturale triestina degli anni ‘60 e ‘70 con il gruppo multimediale di Arte Viva e la galleria La Cavana.

Lo spazio multimediale del Teatro Miela a lei dedicato è stato tra i primi, tra le tante proposte sempre originali, ad aprire al ‘teatro civile di narrazione’ (Marco Paolini con il suo “Vajont”), alla satira politica e sociale degli anni ’90 (“Miela Ridens”), al cinema e alle culture dell’Est Europa e divenne subito anche uno spazio aperto ai gruppi teatrali, alle associazioni e ai circoli culturali della città e non solo. 

La rassegna più identitaria e longeva è il Festival dedicato al compleanno di Erik Satie, che si svolge ininterrottamente dal lontano 1992 (quando il musicista delle “Gymnopedie”, almeno in Italia, era ancora un nome conosciuto da pochi appassionati), e che ha visto succedersi negli anni ospiti del calibro di Renee Aubry, Giovanni Sollima, Carlo Boccadoro, Wim Mertens, Uri Caine, Anna D’Errico e Francesco Dillon. 

Tra le tante rassegne create dal Miela ricordiamo ancora gli intriganti percorsi multimediali di “Trazom-Mozart”, di “MielaNext”, di “Strange Days”, gli appuntamenti con la scienza di “Miela Lab” e gli indimenticabili eventi dedicati a James Joyce e a Italo Svevo, (con le storiche “maratone di lettura” dell’Ulisse e de La Coscienza di Zeno). E ancora le memorabili giornate di “Mystic Circus” con Guido Ceronetti, le tante rassegne musicali estive, come ad esempio, “Stradasuona”, le mostre d’arte e fotografiche come l’esposizione dell’opera pittorica del premio Nobel per la letteratura Gao Xingjian, i tributi e le mostre e gli incontri a dedicati a Tina Modotti e a Bruno Schulz e la preziosa ricognizione storico-fotografica di “Ghetto” dedicata alla storia del quartiere ebraico di Trieste. 

Alle proposte di Bonawentura all’interno del Miela, si sono infatti spesso alternate anche incursioni nel tessuto cittadino, da quelle nei caffè storici triestini per “Le vie del caffè(di cui Bonawentura ha ideato e curato le prime edizioni) fino ai recentissimi appuntamenti al Museo Revoltella con “Storie nell’arte”. Impossibile non ricordare qui, per la sua grande valenza da infiniti punti di vista, l’allestimento alla Risiera di San Sabba per la mostra del grande maestro“Zoran Music (Testimone a Dachau)”per i Civici Musei di Storia e Arte di Trieste. 

Anche sul fronte della proposta musicale Bonawentura ha saputo fare scuola, ospitando la musica più d’avanguardia e di contaminazione tra i generi in storiche rassegne come “Zattere alla deriva” (Fred Frith, John Zorn e Pascale Comelade tra i tanti nomi) o in quelle più recenti come “Miela Music-Live” (con artisti internazionali come Hindi Zahra, Seun Kuti, Gogo Penguin, Jon Spencer, Negresses Vertes, Shantel, Kokoroko, Dorfmeister e tanti altri). 

Il Teatro Miela ha sempre portato avanti anche una attività di moderno cineforum, con rassegne dedicate a Derek Jarman, Jim Jarmusch, Stanley Kubrik e a molti altri autori, con frequenti sconfinamenti nella video arte e nel settore delle avanguardie visive e elettroniche. E da noi sono persino risuonati i primi vagiti della cosiddetta ‘realtà virtuale’, per cui il Miela è divenuto – durante la rassegna “IperMiela” – il primo Cyber Cafè in Italia.

Nella nostra programmazione non sono mai mancate anche la prosa di qualità e di ricerca (dalle kermesse di “Teatralmente intrecci” fino alle più recenti stagioni teatrali di “ON/OFF – La prosa curiosa”) e la danza, spesso ospitate in eventi e rassegne multidisciplinari, spaziando con disinvoltura dagli spettacoli di giovani compagnie teatrali fino agli spettacoli e ai seminari ‘sciamanici’ di Alejandro Jodorowsky. 

Al Miela è nato anche il “Pupkin Kabarett”, un appuntamento prima settimanale e poi quindicinale dedicato al teatro comico e alla satira con una propria compagnia che negli anni ha dato vita a spettacoli di prosa, reading, teatro comico e cabaret (uno per tutti, “La coscienza di Zeno spiegata al popolo” con la regia di Paolo Rossi), che hanno spesso circuitato in vari teatri nazionali. 

Nel nostro teatro, sempre molto attivo sulle grandi questioni della contemporaneità e dell’impegno civile, si è anche sviluppato l’importante festival internazionale “S/paesati-eventi sul tema delle migrazioni”, rassegna che con grande lungimiranza ha voluto introdurre il dibattito su un tema cruciale dei nostri tempi ben prima che divenisse un argomento del quotidiano dibattere politico. Ancora oggi, con la neonata rassegna “Pequod – Itinerari di letteratura e giornalismo”, il Miela continua a portare a Trieste importanti temi e argomenti del dibattito civile nazionale.

Grazie alla sua attività di qualità ormai trentennale, nel 2016 il Miela è stato riconosciuto come “Teatro di produzione e ospitalità” dalla Regione Friuli Venezia Giulia, permettendoci di poter guardare e promuovere con più forza e efficacia i futuri scenari del teatro e dello spettacolo dal vivo.

Negli ultimi anni la compagnia di Bonawentura, con l’ausilio anche di attori esterni e con l’apporto di diversi quadri tecnici e artistici, ha prodotto reading e spettacoli. Ricordiamo: “Barbablù” di Amélie Nothomb; “Mio padre votava Berlinguer” di Pino Roveredo; “74 giorni sospesi – Il naufragio di Ambrogio Fogar e Mario Mancini” di Massimo Navone; “Come diventare africani in una notte” di Mohamed Ba, Alessandro Mizzi e Stefano Dongetti; “Una splendida giornata da clandestino” di Giuseppe Nicodemo; “Come diventare italiani – Il tutorial” di Laila Wadia e Chiara Boscaro; “Adriatico Blues” di Alessandro Mizzi, Stefano Dongetti, Laura Bussani e Massimo Navone; “Cik Pausa” di Marko Sosic; “Solo chi cade può distendersi” di Stefano Dongetti; “Maria Farrar” di Manlio Martinelli; “Lampedusa Beach” di Lina Prosa. Senza dimenticare gli spettacoli della rassegna “Storie nell’arte”, dedicate alle biografie di celebri artisti locali: “Un ozioso disinteresse, un fantasioso incanto. Visita guidata al magico mondo di Vito Timmel” di Stefano Dongetti, “Arturo Nathan, artista della solitudine” di Sabrina Morena, “Il silenzio dei campi in fiore. Pensieri dall’oblio di Zoran Mušič” di Marko Sosič, “Ferma così! Trieste, ritratti femminili” di Corrado Premuda,“Miela al Miela” testo di Corrado Premuda con coordinamento teatrale di Alessandro Marinuzzi. O le coproduzioni bilingui con il Teatro Stabile Sloveno come “Condominio Europa” di Sabrina Morena, Martin Lissiach e Daniel Dan Malalan; “Zois_it.si illuministi globali” di Sabrina Morena, Martin Lissiach e Daniel Dan Malalan; “Io non sono un numero” di Sabrina Morena e Laura Bussani; “Il Rider, la nonna e l’ Intelligenza Artificiale” di Giuseppe Nicodemo; “Officine metalliche” di Ivan Zerbinatti; “Senza un soldo” di Giuseppe Nicodemo, ispirato a George Orwell. 

Bonawentura sc. è inoltre anche casa di produzione cinematografica e ha all’attivo alcuni documentari e numerose collaborazioni.