Teatro e Cabaret

La prosa curiosa

I FIGLI DELLA FRETTOLOSA

SPETTACOLO RINVIATO A DATA DA DESTINARSI

SPETTACOLO RINVIATO A DATA DA DESTINARSI

Avvisiamo gli spettatori che, in ottemperanza a quanto disposto del decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri allo scopo di “contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, sull’intero territorio nazionale”, ad oggi non siamo ancora in grado di assicurare nuove date per tutti gli spettacoli annullati, ad eccezione degli spettacoli della rassegna Note in Caffè e dei concerti di Vinicio Capossela (date in via di definizione). Per tutti gli altri spettacoli dal 08/03/2020 al 08/05/2020 abbiamo preferito dare la possibilità a coloro che hanno acquistato il biglietto di chiedere un rimborso attraverso il rilascio di un voucher con validità un anno e usufruibile per tuti gli spettacoli organizzati da Bonawentura nella stagione 2020/21.. Il voucher può essere richiesto da oggi al 27/05/2020 (eventuali proroghe indicate dal Governo verranno tempestivamente comunicate) direttamente sulla piattaforma http://www.vivaticket.com (anche per coloro che hanno acquistato il biglietto presso altri punti vendita o presso la biglietteria del Teatro Miela). Richiesta voucher: https://bit.ly/2L6vJ0t

testo e regia Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Ludovico d’Agostino
produzione Teatro dell’Elfo, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

Gianfranco Berardi (Premio UBU 2018 come migliore attore) ritorna, dopo il successo di Amleto Take Away, con un nuovo spettacolo che, ancora una volta, coincide con la sua forza scenica, la sua capacità di destrutturare racconto, parole e significati e ricostruire un percorso.

I figli della frettolosa affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”. In un mondo ipereccitato dal bombardamento di immagini e suoni, che sempre più neutralizzano i nostri sensi forti, vista e udito, l’attenzione dell’individuo è sempre più distante dalla vera conoscenza dell’essere, dell’esistenza.
Il punto di vista qui è allora quello di un cieco, di chi guarda ma non vede, percependo la realtà circostante in modo differente. La cecità è messa in scena allo stesso tempo come esperienza di vita reale, fisica, e come concezione metaforica, sinonimo di una miopia sociale ed esistenziale che ci riguarda in prima persona.
Anche questa volta la riflessione sul contemporaneo parte dalle esperienze personali di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, dall’osservazione e dall’ascolto della realtà che li circonda.

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